Costruire un nuovo ordine mondiale

La guerra voluta da Putin con l’invasione dell’Ucraina sta disegnando nuovi scenari che lo stesso presidente della Federazione Russa non aveva previsto. La resistenza del popolo ucraino e dell’esercito regolare hanno smentito chi a Mosca pensava che l’offensiva lanciata si tramutasse nella presa veloce di un Paese di 44 milioni di abitanti grande due volte l’Italia.
La guerra di Putin non è la guerra dei cittadini russi, tra i quali ormai è palese il dissenso e la contrarietà non solo alla guerra ma alla politica di Putin.
Parimenti, non è la guerra dei bielorussi ma di Lukašėnka, fedele alleato di Putin, che non esita a reprimere con la forza e il carcere qualsiasi manifestazione di dissenso, come peraltro accade in Russia. È probabile che la guerra di Putin non sia la guerra di alcuni alti generali russi tenuti all’oscuro di determinate strategie militari, né la guerra è totalmente condivisa dagli oligarchi e uomini più ricchi di Russia informati da Putin nelle prime ore del conflitto.
Di contro, la decisione scellerata di invadere l’Ucraina ha rinsaldato i paesi europei tra loro, ha avvicinato nuovamente l’Unione europea agli Stati Uniti d’America dopo la cattiva gestione della fine missione in Afghanistan.
L’Unione Europea oggi più che mai tra crisi pandemica e invasione dell’Ucraina deve compiere quelle scelte, quelle trasformazioni che non ha voluto compiere negli ultimi 25 anni.

La sola unione monetaria non basta,

occorre una politica estera unica, una politica energetica, fiscale e sociale unica, un esercito unico e riprendere laddove si era interrotto, il cammino politico della Costituzione europea. Certo, ciò significa cedere pezzi di sovranità nazionali ma stiamo vedendo in questi anni i limiti dei singoli paesi nell’affrontare grandi criticità.
L’unione europea deve riparare agli errori politici commessi negli anni, deve lavorare affinché si creino le condizioni politiche per il dopo-Putin, per considerare la Russia interlocutore affidabile e non come nemico. La Russia è un paese europeo che non può essere consegnato nelle braccia della Cina.
Anche gli Stati Uniti d’America hanno interesse ad avere un’Unione europea forte, perché non possono più affrontare i conflitti armati in giro per il mondo. È evidente che la democrazia non si esporta! Avere una Ue forte però non significa ripartire solo le spese militari nella NATO, significa poter discutere di politiche economiche di ampio respiro con gli USA anche nei mercati di loro pertinenza.
L’Unione europea attuale e quella che sarà con le future adesioni deve porsi l’obiettivo di agire da protagonista, deve costruire un nuovo ordine mondiale, evitando l’abbraccio nefasto russo-cinese.

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