La fine del governo Draghi preoccupa l’Europa
I tempi non potrebbero essere peggiori per l’Italia, per l’eurozona e per l’intera Unione europea. La sfiducia inflitta al presidente del consiglio Mario Draghi seguita dall’annuncio delle sue dimissioni hanno portato allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni, che arrivano mentre si accumulano problemi sulla penisola, a rischio di una preoccupante destabilizzazione.
Il Paese, indebolito dal covid-19, appesantito da un debito impressionante e da tassi d’interesse proibitivi, può ancora contare sui miliardi di euro del piano di emergenza europeo post pandemia? Il leader italiano, salito al potere nel febbraio del 2021, era considerato a Bruxelles la garanzia di una nuova fiducia per la realizzazione di riforme che avrebbero rimesso in carreggiata l’Italia, percepita da decenni come l’anello debole della zona euro.
Il crollo della coalizione che ha sostenuto Draghi arriva a poche ore dai delicati annunci della Bce, che cerca di mettere un freno al calo dei tassi di interesse sui debiti sovrani, per provare a frenare l’inflazione. Si conclude così l’esperienza paradossale per cui il parlamento più euroscettico della storia d’Italia conviveva con un presidente del consiglio che era la personificazione del salvataggio dell’eurozona dopo la crisi finanziaria del 2011, chiamato in soccorso dell’Italia nel 2021 per portare il paese fuori dall’emergenza covid-19.
Destabilizzante per l’eurozona, la crisi politica italiana è destabilizzante anche per l’Unione, che proprio in questo momento sta mettendo in atto uno storico piano di risanamento finanziato da un debito comune. La capacità di Mario Draghi di riformare lo stato italiano e utilizzare i fondi europei per rilanciare l’economia era considerata, soprattutto a Berlino, come una prova della validità di questa solidarietà europea.
Le sue dimissioni, in un momento in cui sono indeboliti altri due pilastri dell’Ue – il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, il primo dalle conseguenze dell’aggressione russa in Ucraina, il secondo dalla perdita della maggioranza parlamentare – rappresentano un grave shock per il consolidamento dell’Unione, per la sua leadership e per la sua coesione sulla scena internazionale.